Pirogallolo uno sviluppo vecchio e giovane.

Il pirogallolo è uno degli agenti di sviluppo più vecchi usati in fotografia, un giovane vecchio. Anche se le sue prime sperimentazioni iniziarono già nel 1802, acquisterà molta più popolarità con l’avvento della calotipia. Principalmente come sviluppo per i negativi di carta. L’acido gallico risultava però uno sviluppo debole e lento. Si cercò quindi un modo per renderlo più efficace.

L ’acido gallico, venne modificato tramite riscaldamento. Questo procedimento cambiò il gallolo in pirogallolo. Il termine piro viene dal greco πυρο che significa fuoco.
Il pirogallolo è stato uno dei rivelatori più usati nel diciannovesimo secolo. Sicuramente uno dei migliori, indipendentemente dalle difficoltà d’uso. Ossidazione, desensibilizzazione dell’emulsione e caratteristiche tannanti. Per queste sue caratteristiche, le formulazioni Metolo/idrochinone presero il sopravvento.

Molti fotografi, risolsero il problema formulando rivelatori che ne annullassero i difetti. I problemi si presentavano sopratutto su negativi da ingrandire. Le stampe erano sicuramente nitide, ma la grana risultava molto pronunciata. In alcuni casi era piacevole in altre meno.

Dopo la fine della seconda guerra mondiale, e il maggiore uso delle macchine 35mm, il pirogallolo rischiò, per questa ragione, quasi di sparire. Solo un gruppo ristretto di fotografi continuò ad usarlo.

Oggi il pirogallolo, ha ritrovato una sua collocazione nel mondo fotografico. Anche nell’avvento del digitale, il suo uso in varie formulazioni è incrementato. Ancora oggi si creano nuovi rivelatori con questo vetusto agente.

In questo piccolo articolo, darò alcune indicazioni sulle varie formulazioni, ma prenderò in esame sopratutto la mitica ABC pyro, e le sue varianti. E il PMK che trovo molto interessante.

Caratteristiche Chimiche

Il pirogallolo, (1,2,3-triidrossibenzene) si presenta sotto forma di una polvere bianca cristallina. E’ un fenolo la cui formula chimica è: C6H3(OH)3=126. Ha proprietà indurenti sulla gelatina, e sviluppa un immagine supplementare colorata, gialla.

Pirogallolo

Questo contribuisce ad aumentare la densità del negativo. L’immagine colorata si sviluppa in soluzioni prive, o con dosi irrilevanti di sodio solfito. Alte dosi di questo agente migliorano il mantenimento, ostacolando come conseguenza la formazione dell’immagine supplementare.

Il massimo della sua energia, il pirogallolo, lo esprime con alcali caustici. Anche se agisce ottimamente con i carbonati. La soluzione non si conserva in soluzioni alcaline, quindi i bagni sono monouso.

La soluzione di riserva, si conserva ottimamente in soluzione acida (tipo bisolfito di sodio o
metabisolfito di potassio o di sodio). Solubile in acqua, ma anche in alcool, etere ed acetone.

A B C Pyro

Cominciamo la nostra esplorazione del pirogallolo con una delle formulazioni più famose, l’ABC pyro o Kodak D-1.Il nome ABC deriva dalle tre soluzioni necessarie.
Questa formulazione è stata usata, da quasi tutti i fotografi. Da Weston ad Adams, ognuno usava una sua formulazione o diluizione. Vediamo la formula classica.

Come si usa

La diluizione standard in bacinella, di questo sviluppo è 1:1:1:7, mentre la diluizione in tank è la seguente 1:1:1:11. Consiglio questo sviluppo però solo a chi usa il grande formato, in quanto tende ad applicare la grana della pellicola. Si ha anche una perdita di sensibilità da parte dell’emulsione, che rende questo tipo di sviluppo molto buono per lo sviluppo ad ispezione.

Nel preparare la soluzione di sviluppo, bisogna unire all’acqua prima la soluzione B e poi la C, lasciando separata la soluzione A. Dopodichè aggiungeremo quest’ultima, solamente prima di cominciare lo sviluppo della pellicola. Questo evita molto l’ossidazione.

Nell’uso di questo sviluppo è necessario il pre-bagno in acqua delle pellicole, non molto lungo, 2 minuti sono sufficienti. Un altro punto cruciale è l’agitazione delle pellicole in bacinella. Se non è ben eseguita può provocare striature sul negativo.

La bacinella che invenzione

Molti fotografi consigliano di sviluppare una pellicola alla volta, così che la pellicola esca il meno possibile dalla soluzione. Essendo l’aria una fonte di ossidazione. Quando hai grossi batch di pellicole da sviluppare questo sistema è lungo e porta via troppo tempo. Personalmente sviluppo batch di pellicola da 8 a 12 fogli tutti insieme. Usando una agitazione lenta e continua. Se vuoi conoscere il mio modo di sviluppo leggi questo articolo

Dopo che avremo sviluppato i nostri negativi, prima di passare all’arresto in acido acetico, è utile passare i negativi in una bacinella di sola acqua. Questo minimizzerà la possibilità di micro esplosioni sull’emulsione, che causano piccoli fori, dovuti al repentino inserimento in un ambiente molto acido come il bagno di arresto. Io personalmente anche il bagno di arresto lo diluisco il doppio rispetto alla normalità.

Per quanto riguarda il fissaggio, un negativo sviluppato in pirogallolo, non necessita di un fissaggio indurente. Uno dei migliori fissaggi che si possono usare con questo tipo di sviluppo è il Kodak F-24.

ABC e sistema zonale e fotografi

Si dice che lo sviluppo pero ABC non sia molto adatto al sistema zonale, per quanto riguarda l’estensione o la contrazione delle zone, non essendo molto controllabile. Non sono molto d’accordo su questo punto, dato che alla normale diluizione si una un ottima contrazione o estensione delle zone. Possiamo controllare anche abbastanza bene l’energia dello sviluppo agendo sui carbonati. Riducendoli avrà meno energia, questo diminuirà i l contrasto, mentre aumentandoli ne aumenteremo il contrasto. Ovviamente questo inciderà sullo sviluppo rendendolo meno stabile.

Personalmente tengo sempre un poco di soluzione C, pronta da aggiungere allo sviluppo in caso di negativi che abbiano bisogno di uno sprint in contrasto maggiore.

Molti fotografi usavano questo sviluppo, Adams, Weston, Strand, Wynn Bullock, alcuni di loro hanno creato variazioni alla ricetta standard. Ansel Adams, per esempio lasciava identica la soluzione A, mentre nella soluzione B usava solo 75 grammi di sodio solfito invece di 105. Nella soluzione C usava solo 87.75 grammi invece dei 90, differenza abbastanza trascurabile. I 30 grammi nella soluzione B, possono avere effetti sulla vita stessa della soluzione e sull’acutezza globale, ma non ha effetti sulla tonalità.

Edward Weston usava invece la soluzione standard, ma cambiava la diluizione, usando la 3:1:1:30 , i tempi di sviluppo erano molto lunghi, ma la grande quantità di soluzione A, mitigava gli effetti dell’ossidazione. Secondo Weston questo tipo di diluizione dava ai suoi negativi una migliore scala tonale. Ho provato questa diluizione, ed è molto blanda. Il negativo necessità di una sovraesposizione di almeno 2/3 diaframmi, pena un negativo sottoesposto. I tempi di sviluppo partono da 15 minuti in poi a 21 gradi.

Modello Pirogallolo

PMK

Lo sviluppo PMK è dovuto a Gordon Hutchings, un rivelatore pirogallolo/metolo, che sfrutta come alcali il Sodio Metaborato. E’ un rivelatore creato per le pellicole moderne, che esalta nitidezza, finezza di grana. Un rivelatore molto interessante, sia per ingrandimento, sia per la stampa a contatto, o per le tecniche antiche.

Il PMK, richiede alcune peculiarità nel trattamento, ma le vedremo in seguito. Per iniziare vediamo la formula

Come si usa

La diluzione standard per il PMK è di 1:2:100. Lo sviluppo nella tank richiede una agitazione piuttosto vigorosa. Personalmente uso due inversioni della tank ogni 15 secondi. Questo minimizza molto i problemi di ossidazione ed di eventuali macchie o striature sul Negativo. Mentre in bacinella preferisco un’agitazione lenta e costante.

Questo tipo di sviluppo non è indicato per l’utilizzo nei sistemi a rotazione Jobo, non essendo creato per questo tipo di sistema. Ma comunque non ho avuto problemi ad utilizzarlo cambiando la diluizione. Hutchings suggeriva l’uso di EDTA nello sviluppo, questo facilità l’uso nei sistemi a rotazione, ma a discapito di una perdita di colorazione del negativo. Personalmente io preferivo usare la diluizione 1.5:2:100, ho usato nei sistemi Jobo con buoni risultati. Ovviamente consiglio se utilizzate questi sistemi a rotazione, l’uso del PMK ottimizzato per Jobo(Rollo Pyro o Max Pyro).

Per un ottima colorazione del negativo, si può utilizzare un bagno di arresto di acido acetico al 28% molto diluito, oppure la sola acqua, ma specie in quest’ultimo caso, agitando costantemente.

Il fissaggio deve essere di tipo non induritore, questo minimizza la perdita di colore del negativo. Un ottimo fissaggio è il Kodak F-24. Un altra possibilità è data dai fissaggi basici o neutri. Questi permettono un ottimo compromesso, senza avere problemi di perdita di colore da parte del negativo. Due ottimi fissaggi che si posso preparare da soli sono Il TF-2 con sodio iposolfito e il TF-3 che usa invece l’ammonio tiosolfato. Photography formulary nel suo listino ha il TF-4 e TF-5 che sono molto buoni per questo tipo di sviluppo.

e per la colorazione

La mia scelta primaria rimane comunque il Kodak F-24, che è un ottimo fissaggio per negativi che per carta. I fissaggi basici o neutri, hanno però il vantaggio che vengono eliminati più facilmente dal lavaggio. Una volta fissato il negativo, viene consigliato di rimettere il negativo nello sviluppo, questo dovrebbe aumentarne la colorazione. Il tempo di permanenza nello sviluppo usato è di 2 minuti. Usando questo sviluppo, molte volte ho omesso questa pratica, e sinceramente non ho trovato molta differenza.

La pellicola non deve subire il passaggio nell’ eliminatore di iposolfito, essendo questo costituito nella maggior parte di sodio solfito, tenderebbe ad eliminare la colorazione del negativo. Quindi dopo il fissaggio, e l’eventuale passaggio nello sviluppo usato, deve essere lavato sotto acqua corrente, noterete un leggerissimo aumento della colorazione durante il lavaggio.

Max Pyro

Lo sviluppo Max Pyro è una versione rilasciata ultimamente da Hutchings. Questo sviluppo è creato per sfruttare completamente la sensibilità della pellicola, genera poco velo, ha una buona colorazione, ed è utilizzabile in tank, bacinella e Jobo. Si adatta bene ad ogni tipo di fotografia, ingrandimento, tecniche antiche o altro.

Questo nuovo sviluppo lavora bene con ogni pellicola, ma sfrutta in maniera ideale le pellicole più veloci, tipo Hp5/Tri-x/Tmax 400.

Come per il PMK lo sviluppo è in due soluzione, la soluzione A contiene pirogallolo, in questo caso con quantità molto elevata, mentre la soluzione B troviamo gli alcali. Questa nuova formulazione è molto più attiva rispetto al PMK, quindi potremo incorrere in negativi molto densi, se usiamo un Iso diverso da quello fornito dal produttore. I tempi di sviluppo variano dai 7 minuti per le pellicole più veloci, ai 5 minuti per quelle più lente.

Hutchings consiglia per avere un N+ di ridurre l’esposizione di 1/2 diaframma e di aumentare del 40% il tempo di sviluppo. Mentre per un N- aggiungere uno stop e ridurre del 30%.

La formulazione è piuttosto complessa, e qualche chimico è di difficile reperibilità. Non fornisco la formulazione non conoscendola perfettamente. Si può acquistare solo presso Bostick & Sullivan.

Per finire

Nonostante il pirogallolo, sia un vecchietto nel panorama degli sviluppi, e che la sua difficoltà a volte può sembrare eccessiva, continua ad avere un grande impatto nella fotografia. Le formulazioni anche se datate si adattano alle nuove pellicole, nuove formulazioni nascono in maniera da poter sfruttare le caratteristiche delle pellicole più moderne. Sicuramente questo vecchio giovane agente, continuerà a tenerci compagnia per molto tempo ancora, accompagnando nuovi fotografi a scoprire le qualità e quelle piccole diversità che questo tipo di rivelatore può fornire.

Ricettario

ABC Pyro – Kodak D1
Soluzione A
Acqua 900 ml
Sodio Bisolfito 10 gr
Pirogallolo 60 gr
Potassio di Bromuro *  1.1 gr
Acqua per fare un Litro
Soluzione B
Acqua 900 ml
Sodio Solfito 105 gr
Acqua per Fare un Litro
Soluzione C
Acqua 900 ml
Sodio Carbonato 80 gr
Acqua per fare un Litro
* Si può usare una soluzione al 10% di potassio di bromuro, e la quantità da usare diventa 11cc.

Diluizione standard 1:1:1:7 @ 20° per Bacinella

Diluizione standard 1:1:1:11 @20° per Tank

Consigli: Per la soluzione A ricordati di preparare la soluzione a una temperatura che non superi i 27°, questo per evitare che temperature più alte causano l’ossidazione del Pirogallolo.

La soluzione B da preparare a temperatura ambiente, comunque intorno ai 20°

La soluzione C va invece preparata a una temperatura di 35°.

PMK
Soluzione A
Acqua Distillata * 400 ml
Metolo 5 gr
Sodio Bisolfito 10 gr
Pirogallolo 50 gr
Acqua per Fare  500 ml
Soluzione B
Acqua Distillata 700 ml
Sodio Metaborato 300 gr
Acqua Per fare un Litro
Diluizione Standard 1:2:100 @20°
   

Fissaggio

Kodak F-24
Acqua (52°) 500 ml
Sodio Iposolfito 240 gr
Sodio Solfito 10 gr
Sodio Bisolfito 25 gr
Acqua per fare un litro
Si usa in Soluzione Stock.
   
Fissaggio TF-2
Acqua (52°) 750 ml
Sodio Iposolfito 250 gr
Sodio Solfito 15 gr
Sodio Metaborato 10 gr
Acqua per fare un litro
Si usa in soluzione Stock
   
Fissaggio TF-3
Ammonio Tiosolfato 57-60% 800 ml
Sodio Solfito 60 gr
Sodio Metaborato  5 gr
Acqua per fare un litro
Diluizione 1:4

Link

Bostick & Sullivan – Chimici e sviluppi per fotografia e tecniche antiche.

Photography Formulary – Chimici, sviluppi e materiale per fotografia.

Artcraftchemicals – ottima risorsa per chimici fotografici.


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